Fondazione Guerrino Tramonti
Pittore, ceramista e scultore, Guerrino Tramonti, nasce a Faenza il 30 giugno 1915.
Nella seconda metà degli anni Venti, frequenta la Regia Scuola di Ceramica di Faenza dove impara a conoscere i colori dal maestro faentino Anselmo Bucci. Tra gli insegnati di riferimento per il futuro artistico del giovane, spicca anche la figura dello scultore Domenico Rambelli. Tuttavia, Tramonti si considera soprattutto un autodidatta.
Espone fin da giovanissimo come scultore a mostre regionali e nazionali: nel 1931, all’età di appena sedici anni, ottiene il premio “Rimini”; nel 1932 e nel 1934 il 1° premio al Concorso “Rubicone” della città di Rimini. In quest’ultima occasione riceve ma declina l’invito di Arturo Martini, membro della giuria, a seguirlo nel suo studio di Milano.
Nel 1951 inaugura il suo studio in via Tolosano a Faenza ed è nominato insegnante di plastica alla Scuola d’Arte di Civita Castellana, centro ceramico alle porte di Roma, dove frequenta i migliori ambienti artisctico-culturali della capitale, grazie per altro all’amicizia del pittore Franco Gentilini con cui ha avuto rapporti sin dall’adolescenza.
La Fondazione Guerrino Tramonti è divenuta una realtà nel 2010 per valorizzare il “contenitore” che l’artista volle nella sua casa-museo nel 1987. Conta 7 sale e circa 390 opere. Guerrino Tramonti nasce come scultore per poi dedicarsi alla ceramica e alla pittura. Nelle sale sono esposte le opere che secondo l’autore meglio rispecchiano il suo percorso artistico: un’immensa varietà di forme e di colori e un sublime mondo espressivo creato da un’originale sensibilità cromatica, applicata anche ai dipinti su tela e tavola.
Il periodo iniziale, risalente agli anni Trenta e Quaranta, è rappresentato dalle sculture in terracotta. Sono presenti dipinti del “periodo veneziano”, eseguiti tra il 1945 e il 1948 caratterizzati dall’estetica post-metafisica, per passare alle opere in ceramica smaltata in policromia, con una grande intensità cromatica e dalla straordinaria qualità dei rivestimenti che danno vita a immagini eccezionalmente nitide e poetiche. Durante il percorso, possono essere ammirate le sue “porcellane” che rendevano particolarmente orgoglioso l’artista, opere ispirate ai materiali e alle tecniche della ceramica di Cina, Corea e Giappone, frutto delle sue ricerche “alchemiche” degli anni Sessanta. Sono presenti anche i suoi famosi dischi decorativi, eseguiti con la tecnica dell’invetriatura a grosso spessore, “inventata” dall’artista nel 1953 quando fu direttore della Scuola d’Arte di Castelli, che contraddistinguono il suo stile più peculiare. Nell’ultima sala troviamo i dipinti ad olio realizzati tra la fine degli anni Sessanta e il 1992, anno della sua morte. A concludere il percorso, è stato ricreato lo studio dove l’artista ha operato negli ultimi anni.